Quattro giorni di trekking per compiere l’intero periplo del famoso gruppo dolomitico delle Odle. Queste fantastiche montagne, formate da caratteristiche guglie e pinnacoli rocciosi che cambiano colore al variare della luce del giorno, fanno da spartiacque naturale tra la Val Gardena e la Val di Funes.
Proprio ai piedi delle Odle è nato e cresciuto alpinisticamente il grande Reinold Messner, personaggio conosciuto in tutto il mondo per le sue imprese estreme.
Le grandi pareti scalate da Messner le ammireremo camminando lungo una rete di bellissimi sentieri che si sviluppano tra alpeggi e alte forcelle dai panorami mozzafiato godendo ad ogni tappa di scenari sempre diversi.
Tecnicamente si tratta di un percorso riservato a buoni camminatori abituati a sentieri di montagna anche disagevoli con dislivelli di 800-1000 metri in giornata. Pernottamenti in tre diversi rifugi per godere appieno di albe e tramonti da posizioni privilegiate!
Ma non solo trekking! Durante le soste del mezzodì avremo la possibilità di solleticare il palato presso meravigliose malghe che offrono in menù dei curatissimi piatti tipici. Avete mai mangiato il famoso speck della baita Piera Longia? E della fantastica Kaiserschmarren di Utia Ciampcios vogliamo parlarne?
Traversata delle Odle in pillole
1° giorno. Da Longiarù ( Val Badia) al Rifugio Genova con breve salita al panoramico Col di Poma. Dislivello 850 mt . Sviluppo 6 km. Quattro ore e mezza di cammino stimate.
2° giorno. Dal Rifugio Genova a Malga Brogles lungo il sentiero Adolf Munkel. Sosta alla panoramica e gustosa Malga Casnago. Dislivello + 400 mt. Dislivello negativo 650. Sviluppo 11 km . Cinque ore di cammino.
3° giorno. Da Malga Brogles al Rifugio Firenze attraverso la Forcella de Mesdì e la Baita Pieralongia. Dislivello + 850 mt. Dislivello negativo 900 mt. Sviluppo 12 km. Sei ore di cammino.
4° giorno. Dal Rifugio Firenze a Longiarù attraverso Forcella Roa. Sosta gourmet a Utia Ciampcios. Dislivello + 800 mt. Dislivello negativo 1100 mt. Sviluppo 12 km. Sei ore di cammino.
Guida
ALBERTO FACCHIN