Il Totoga di Alessandro Zeni

Ultimo Movimento è il nome di una famosa via di arrampicata sportiva ripetuta per la prima volta nel 1986 da Maurizio Zanollla alias Manolo nella falesia del Totoga in Primiero. Una via che ha segnato un’epoca. Per chi non lo sapesse infatti Ultimo Movimento è stata la prima via di 8b in Italia. Questo severo itinerario propone un’arrampicata estremamente tecnica su piccoli appoggi per i piedi su un muro di roccia compattissimo e leggermente strapiombante.

Allo stato attuale in cui si sente ogni giorno parlare di  9a-9b solo tre arrampicatori (tutti italiani) possono dire di aver salito rotpunkt questo muro micidiale! Oltre a Manolo, il fortissimo Riccardo Scarian e il giovane Alessandro Zeni (ultima ripetizione).

Quest’ultimo si è reso disponibile a rispondere ad alcune domande su questa via, sul Totoga e sulla sua personale filosofia di arrampicata.

7 domande ad Alessandro Zeni non solo sul Totoga

  • Cosa ti spinge a spellarti le dita in falesie come il Totoga da tempo ormai lontane dalla rotta dei più forti?

Quello che mi spinge è il desiderio d’avventura e l’incertezza di riuscire perché scalare in Totoga, per quanto tu sia allenato e forte, non è mai una scalata scontata e fino in catena tutto può trasformarsi in fallimento, e questo su tutti i gradi di difficoltà… Poi quando ti avvicini a certe vie come Ultimo Movimento succede che l’avventura si fonde con la leggenda e diventa un’ emozione unica già solo provarci. Ti trovi ad intraprendere una strada ormai abbandonata da anni e senza un filo di magnesite che ne indichi la direzione, protezioni distanti e movimenti molto tecnici. E’come solcare un mare verticale in burrasca dove solo tu sei il capitano della tua anima e la passione l’unico faro che ti indichi la via.

Totoga

Alessandro su Ultimo Movimento 8b+ Totoga

Già dai primi tentativi, alla base della via, puoi trovarti a combattere  con rovi e cespugli… Qui la natura sembra che si sia voluta riappropriare dei propri spazi ricoprendo addirittura il nome delle vie e preservando a sé, quasi gelosamente, il tesoro e la storia che esso nasconde. E’ proprio l’avventura di riscoprire questi vecchi manoscritti  che mi attrae! Sapere poi che quasi nessuno abbia mai avuto la voglia o il coraggio di intraprendere certe sfide rende tutto ancora più intrigante e allo stesso tempo incerto.

Penso inoltre che la vera forza stia nel sapersi confrontare su ogni tipo di stile, privilegiarne uno soltanto non ti permette di essere davvero completo. La placca è una maestra di tecnica e lascia spazio all’interpretazione e alla libertà del gesto, un carattere che credo si perda parecchio quando scali in strapiombo dove la scalata diventa più atletica e le sensazioni sul controllo e l’ascolto delle singole parti del proprio corpo tendono a sfumare.

Altro aspetto da non tralasciare è la tranquillità mentale.. Quando fai un lungo volo in strapiombo dove sei sicuro di non sbattere da nessuna parte avanzi con più tranquillità e prendi più rischi. Quando invece scali in una placca, al nel momento in cui perdi il contatto con la roccia, sai già che una lavagna di pietra è li ad aspettarti. Forse è un metodo, per certi aspetti, drastico per allenare la concentrazione e il controllo mentale ma risulta sicuramente molto efficace.

  • Se non sbaglio non abiti molto distante dalla falesia. Come è evoluto nel tempo il tuo rapporto con il Totoga?

Si, io sono di Mezzano, un piccolo paese a pochi chilometri di distanza da questa fantastica lavagna di roccia. La mia curiosità per quei luoghi è partita proprio da qui, quando la mattina mentre facevo colazione vedevo i primi raggi di sole baciare questa grande muraglia che come uno specchio ne rifletteva i colori. Nei nostri piccoli paesini di montagna le voci corrono veloci e ben presto, senza leggere nessuna guida, alcune delle vie di quel muro iniziarono ad echeggiare sulla bocca dei tanti che frequentavano le falesie di fondovalle. Con il tempo queste vie, che ancora non conoscevo, iniziarono ad acquistare per me un valore più profondo, quasi leggendario, da quanto era decantata la difficoltà tecnica di questi itinerari che negli anni avevano respinto molti forti arrampicatori che da ogni dove giungevano fin qui.

Totoga

Incrocio su Cane Grigio

E’ così che, in poco tempo, la curiosità e il mio animo avventuriero presero il sopravvento. La prima volta che mi sono avvicinato a questi luoghi ero di certo già preparato dal punto di vista fisico e tecnico ma subito mi sono accorto che su alcune vie avevo ancora molto da imparare. Così come fa la resina con gli insetti, pure una parte di me è rimasta imbrigliata in questa roccia che con il tempo è divenuta ambra per la mia anima. Così, in un istante, mi sono ritrovato catapultato all’interno di questa nuova e bellissima storia fatta di avventura e luoghi selvaggi che ancora oggi colora di emozioni le mie giornate tra amici e nuovi progetti.

  • Quale è allo stato attuale la situazione della chiodatura di questa falesia?

La falesia è stata riattrezzata agli inizi degli anni ’90 e su molte vie i vecchi chiodi sono stati sostituiti con ben più sicuri spit. Nonostante ciò, alcune vie non sono state ritoccate per mantenere l’importante valore storico che racchiudono e le protezioni rimangono quelle di trenta anni fa (come ad esempio Mattino dei maghi ed Ipertensione).

Le linee che sono state risistemate hanno comunque (ad eccezione di alcune) uno stile di chiodatura tipico di quegli anni, dove l’arrampicata spostandosi dalla montagna alla falesia ha mantenuto la peculiarità di avere protezioni distanti e un certo margine di rischio.

Credo che queste falesie siano dimenticate anche per questo.. Ad oggi la sicurezza assoluta derivata dalle palestre indoor, dove il rischio è praticamente nullo, porta a mio parere un po’ a ripudiare questo stile di chiodatura distante e a tratti pericoloso fatto di equilibri e piccoli appigli. Trovarsi a impostare un movimento delicato in placca con uno spit già alcuni metri sotto i piedi è davvero una sfida difficile, che si riesce a superare solo trovando la giusta concentrazione.Trovo davvero interessante questo mix che richiede allenamento, sensibilità, conoscenza del proprio corpo unito a fermezza di spirito e mente lucida.

Totoga

Alessandro ancora su Ultimo Movimento

  • Parlando di Ultimo Movimento l’hai lavorata a lungo? Cosa ti ha dato questa via?

A dire il vero tutto si è risolto abbastanza velocemente e sono riuscito a concatenare tutti i movimenti in pochi tentativi. Questo perché sono arrivato a provare la via in un bel stato di forma costruita sulle vie del “Bilico”, il che mi ha permesso di risparmiare tempo ed energie.

Questa via oltre che a incrementare ulteriormente il mio bagaglio tecnico, mi ha permesso di assaporare una bellissima pagina di storia dell’arrampicata che da tempo volevo leggere. Credo che conoscere a fondo il passato sia la strada per poter scrivere una nuova pagina sul libro del mio futuro. Tra queste rughe ho imparato che la scoperta di cosa ognuno di noi è chiamato a fare è una strada lunga e difficile, ma che la felicità che si crea nel percorrerla è il vero motore che ci permette di correre e ci da vita e forza. Mi ha insegnato che nella vita l’unica cosa di cui abbiamo bisogno per vincere è rischiare, in ogni secondo, in ogni istante, fino all’ultimo movimento.

  • Ti piace anche andare a vista? Fai anche boulder o montagna?

Si, mi piace molto scalare “a vista” proprio perché in questo stile di scalata esce la parte più istintiva di me che ho scoperto essere anche la più efficacie. Abbandonare ogni catena che porta verso una ricerca razionale del movimento e lasciare che il corpo segua un una strada illuminata dalle sensazioni che arrivano d’improvviso come un temporale d’ estate. Per me l’arrampicata è soprattutto questo, cedere alle mie emozioni la guida dei miei passi e quando sono “a vista” tutto mi diviene più naturale e semplice.

Personalmente amo qualunque tipo di disciplina che racchiuda in sé l’arrampicata. Credo che il boulder sia davvero giocoso e i movimenti fisici, esplosivi e di sensazione che racchiude sono un ottimo elisir per incrementare forza e tecnica. Ho anche avuto modo in diverse occasioni di mettermi in gioco in montagna e seppur siano state poche le vie che ho salito fin ora, credo che sia il campo che più mi attrae in quanto ogni emozione diventa più amplificata. Ho notato che la fortuna di non avere barriere mentali mi spinge sempre più verso una ricerca dei miei limiti fisici e credo che il campo da gioco migliore su cui coltivare la mia passione futura sia proprio questo. Ora la preparazione per le gare occupa una parte troppo importante delle mie giornate impedendomi di affrontare sfide davvero difficili in questo ambito, ma di certo più avanti avrò modo di sviluppare al meglio anche questa enorme passione.

Totoga

Ale su Ipertensione – Totoga

 

Come fai a non perdere la motivazione di fronte ad un obiettivo difficile?

Ciò che si frappone tra ciò che sono e ciò che voglio essere è solo la paura di non osare abbastanza. E’ questo il motivo che mi spinge a lasciarmi andare, perché credo sia proprio la follia di guardare dove altri non l’hanno fatto che diventa la linfa che alimenta la mia determinazione a non arrendermi, che mi fa vivere, osare, combattere ed inseguire i miei sogni. Credo che un obbiettivo diventi davvero difficile solo quando si è disposti a considerarlo tale.

Ma la cosa che ancora ritengo più importante per mantenere alta questa motivazione è il saper lasciarsi circondare dalle energie positive che gli amici e l’ambiente riescono a trasmetterti. Non sarebbe di certo così facile raggiungere determinati obbiettivi se non ci fossero le persone giuste attorno a me. Ho avuto la fortuna di avere lo stesso mito che ammiravo quando ero più giovane, Riccardo Scarian, come maestro ed amico. Questa fortuna di potermi confrontare e trarre consigli ed insegnamenti da un arrampicatore di così alto livello e classe mi ha permesso di crescere ancora più velocemente, dandomi ulteriore spinta motivazionale a continuare questa ricerca verso la miglior conoscenza di me stesso. Poi, cosa può esserci di più motivante che vedere un amico con quasi il doppio dei tuoi anni che ancora combatte e gioca come un bambino?

Totoga

Ale e Sky in Totoga

  • Che consiglio daresti ad un ragazzino curioso che volesse avvicinarsi per la prima volta alle mitiche placche del Totoga?

Direi di lasciarsi trasportare dal proprio istinto, abbandonare ogni canone moderno basato sulla rincorsa del grado e mantenere una mente più aperta per  poter scoprire il vero piacere di imparare ad ascoltare il proprio corpo e conoscere quella parte nascosta e avventuriera che c’è in ognuno di noi. Gli direi di ricordare di abbassare la testa senza però lasciarsi abbattere e frenare dalla paura. Credo sia l’umiltà la chiave per potersi avvicinare a luoghi come questi. L’umiltà del non voler passare una catena a tutti i costi,  del capire che il grado non rappresenta la vera difficoltà di queste vie e che anche se si crede di essere tecnicamente completi qui niente è così scontato e da primo in classifica ti puoi ritrovare ultimo in un istante. Gli direi di perdere del tempo nell’ascoltare i consigli di questa roccia, di non avere fretta, perché questo è un laboratorio perfetto per crescere e provare emozioni enormi solo se è la passione a guidare ogni passo.

  • I tre posti più belli dove hai arrampicato?

E’una domanda davvero difficile ma credo che i posti più belli e significativi dove ho arrampicato fin ora siano: Totoga, Bilico (Val Canali) e Verdon (Francia). Una classifica di certo influenzata anche dalle emozioni che ognuno di questi luoghi mi ha dato, dagli amici con cui ho passato bellissimi momenti e dal mutare dei panorami che con l’avanzare delle stagioni mostravano facce sempre nuove.

Bravo Alessandro e lunga vita alle placche rompicapo del Totoga e non solo!

Info falesia del Totoga

  • Accesso. Da Fiera di Primiero (Belluno) si prende la strada del Passo Rolle fino a Imer. Da qui a sinistra per il Passo Gobbera. Immediatamente oltrepassato l’omonimo albergo staccare a sinistra per strada forestale fino ad una vecchia fornace; volgere a sinistra e poco dopo parcheggiare in prossimità di una sbarra. Si continua per la strada fore.stale che oltrepassa l’ampia vallata fino a quando si raggiunge il versante orientale. Da qui sulla destra si sale per mulattiera e dopo solo 300 metri la si abbandona proseguendo sulla destra per raggiungere tramite ripido sentiero le pareti. Tempo avvicinamento: 30 minuti c.a dalla sbarra
  • Periodo ideale. L’esposizione è est-sud est. Quota 1000 mt c.a. Ideali sono le mezze stagioni, pomeriggio in estate.
  • Alcune vie di interesse storico. Lucertola Schizzofrenica 6b+, Il Mattino dei Maghi 7c+, Trimurti 7b, Terminator 8a+, Ultimo Movimento 8b+.