Una manciata di secondi o poco più, ma abbastanza per fissarla bene negli occhi, la vipera. Era lì tranquilla, su quel terrazzino di roccia chiara, a godersi il primo sole di primavera. Era grigia con dei zig zag più scuri sul dorso, un piccolo cornetto le spuntava dalla punta del muso. Non c’erano dubbi: quella che si trovava a mezzo metro da me, proprio all’altezza dei miei occhi, era una velenosa vipera dal corno o ammodytes…
La mattina del mio faccia a faccia con quella vipera ero in Val Settimana a pochi chilometri di distanza da Claut (PN); stavo arrampicando con altri tre amici su una piccola parete attrezzata per l’arrampicata sportiva, oggi ormai dimenticata.Sono passati quasi vent’anni.
Chissà per quale scherzo del destino i nostri sguardi si incrociarono. Io ero sicuramente l’intruso che si trovava nel punto sbagliato e nel momento sbagliato. Lei, la vipera, era a casa sua comodamente acciambellata su quella larga sporgenza di roccia gialla a cinque metri dal suolo. Tutt’attorno silenzio, solo il leggero gorgoglio del torrente vicino.
Mi comparve improvvisamente davanti agli occhi mentre stavo pericolosamente innalzandomi alla ricerca di un appiglio appena sopra la sporgenza che lei occupava. Non potevo non vederla e non potevo evitarla. Di saltare giù nemmeno a parlarne, ero già troppo alto da terra. Il tempo sembrò fermarsi: era lì immobile che mi guardava arrotolata su se stessa. Aveva paura, forse la stessa paura che avevo io. Non successe niente. Mi graziò. In un’atmosfera quasi irreale abbassai molto lentamente una mano e poi l’altra fino a rannicchiarmi poco sotto quel terrazzino di roccia ormai fuori dal suo tiro. Un bel sospiro prima di avvisare il mio compagno dell’accaduto e sentire un brivido pervadermi in tutto il corpo.
Ero stato fortunato e bravo. Fortunato ad aver incontrato una vipera così magnanima nonostante io avessi inconsapevolmente invaso il suo spazio. Bravo a mantenere il sangue freddo e non aver fatto movimenti improvvisi.
Di vipere prima di quella volta ne avevo viste già parecchie in giro per le montagne ma mai così da vicino. Quella vipera dal corno così grossa e così vicina mi impressionò non poco. Ancora adesso se penso ad un rettile il mio cervello associa automaticamente l’immagine dell’esemplare che incontrai quel giorno, arrotolato su quel piccolo terrazzino roccioso.
Ad ogni modo, a parte lo spavento e l’adrenalina a mille, ebbi l’occasione di constatare personalmente ciò che avevo letto più volte nei libri; nonostante le vipere siano tra gli animali selvatici più temuti dagli escursionisti e dai frequentatori della montagna sono in realtà creature molto schive e assai poco propense ad attaccare l’uomo.
Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio posso tranquillamente confermare che non ho conosciuto ancora una persona che sia stata morsicata da una vipera mentre purtroppo mi è capitato di assistere più volte a scene di ingiustificato accanimento da parte dell’uomo contro questi poveri esseri. Oggi aihmè sempre più rari.
Dopo il racconto di questo mio aneddoto andiamo insieme a scoprire quali sono le vipere velenose che popolano le montagne italiane.
Le quattro specie di vipere presenti nelle montagne italiane
- Vipera Aspis o vipera comune. Presente in tutte le regioni d’Italia esclusa la Sardegna. Raramente supera i 75 cm di lunghezza. La si può trovare in collina e in montagna fino a quasi 3000 mt e assai più difficilmente in pianura e vicino alle coste. In base all’habitat in cui vive può presentare colori diversi che spaziano dal grigio. al marrone rossiccio fino al nero. Serpe molto schiva che preferisce nascondersi e fuggire dall’uomo. Se viene attaccata emette un caratteristico sibilo: il soffio dell’aspide.

Vipera Aspis – Image credit Gregoire Meier
- Vipera Berus o Marasso. Presente ad altitudine compresa tra i 600 i 2000 metri, soprattutto nell’Italia settentrionale a nord del fiume Po. Possiede un corpo piuttosto grosso e tozzo e non supera normalmente i 70 cm. Predilige ambienti generalmente più freschi rispetto alla vipera Aspis. Il suo morso è particolarmente doloroso.

Vipera Berus o Marasso – Image credit Gregoire Meier
- Vipera dal corno o Ammodytes. E’ una specie inconfondibile perché possiede all’apice del muso un tipico cornetto (3-5 mm). E’ presente nella zona nord-est dell’italia e più precisamente in Friuli e Veneto. In rari casi supera il metro di lunghezza. Normalmente ha un colore grigio dove spicca una linea a zig zag più scura ben marcata nella zona del dorso. E’ diffusa in montagna fino ai 1700 metri di quota e predilige gli ambienti rocciosi, ricchi di anfratti e zone franose vicino ai letti dei torrenti. E’ una specie assai poco aggressiva ma il suo veleno è il più pericoloso.

Vipera dal corno o Ammodytes
- Vipera Orsini. E’ la specie meno pericolosa ma anche la più rara. E’ più piccola e corta delle altre tre sorelle. Si trova principalmente in centro Italia tra Marche e Abruzzo.

Vipera Ursinii o Orsini
Caratteristiche comuni delle vipere velenose
- Pupilla verticale dell’occhio
- Testa a forma triangolare e particolarmente schiacciata
- Corpo tozzo con coda breve che termina a punta
La mancata compresenza nello stesso rettile di queste tre specificità fa si che non si possa parlare di vipera ma di un altro tipo di serpente non velenoso.
Il morso della vipera
E’ bene sapere che i casi di morsicature di vipere sono piuttosto rari e quasi mai hanno esito letale. In genere vi è un allarmismo non giustificato rispetto all’effettivo pericolo che esse rappresentano.
La quantità di veleno che una vipera riesce ad iniettare è normalmente proporzionale alla stazza dell’animale. Le vipere più grandi e più pericolose (vipere del corno) iniettano al massimo 7-8 mg di veleno, circa la metà della quantità massima tollerata da un adulto sano. Particolarmente pericolosi sono poi i morsi al collo e al torace, meno quelli più frequenti agli arti.. Tuttavia se ad essere morsicato è un bambino, un anziano oppure ancora una persona che ha qualche malattia soprattutto di tipo cardiologico la cosa si fa molto più seria.
Il morso di vipera si riconosce per il fatto di essere particolarmente doloroso e di presentare due forellini ben evidenti distanziati di un centimetro circa uno dall’altro. Nel giro di pochi minuti il dolore da localizzato diventa man mano più diffuso.
Cosa fare nel caso di morso di vipera
Comprensibilmente è difficile ma la prima cosa da fare è quella di mantenere la calma senza agitare ulteriormente la vittima.
- Far sdraiare per terra l’infortunato in un posto tranquillo e all’ombra. Evitare il più possibile di farlo camminare o muovere
- Sfilare eventuali anelli e bracciali
- Lavare con acqua la ferita e fasciare senza stringere troppo la zona colpita
- Il soccorritore deve evitare assolutamente di aspirare il sangue con la bocca in quanto il veleno potrebbe essere facilmente trasmesso attraverso delle microferite. Può essere invece utile bendare con una fasciatura non troppo stretta la zona del morso.
- Aspettare quindi i soccorsi sul posto mantenendo calma e lucidità
Una volta in ospedale il paziente verrà normalmente dimesso nel giro di due o tre giorni.
Curiosità statistica: In Italia a causa del morso di vipera muore circa una persona all’anno. Chissà però quante vipere muoiono direttamente o indirettamente a causa dell’uomo?