Ero molto giovane quando, parecchi anni fa, salii per la prima volta il Sorapiss, 3205 mt, una delle cime più belle e scarsamente frequentate delle Dolomiti.
Quell’estate avevo 15 anni e collezionavo, una dopo l’altra, le principali cime delle Dolomiti per le vie normali.
Oltre al Sorapiss, Civetta, Marmolada, Pelmo, Cima Ovest di Lavaredo e Antelao sono state le vie normali nelle Dolomiti che ho percorso in quel lontano 1987.
Tra queste, la salita al Sorapiss fu quella che mi affascinò di più, quella che ricordo ancora adesso con più piacere e l’unica che poi avrei ripetuto negli anni che seguirono, portando con me compagni sempre diversi, desideroso di far conoscere ad altri questo angolo di Dolomiti rimasto fortunatamente ancora così autentico.

Salita al Sorapiss
La via normale al Sorapiss non presenta grosse difficoltà alpinistiche (PD+, 2° con un passaggio di 3°) ma è piuttosto lunga e faticosa, si svolge in ambiente severo e la qualità della roccia è appena discreta. Proprio per queste sue caratteristiche, mentre le altre famose cime dolomitiche vengono prese letteralmente d’assalto durante le belle giornate estive, qui è molto facile invece trovarsi da soli a godere in via esclusiva della bellezza di questa salita. Una salita ancora risparmiata da attrezzature fisse e da altri artifizi predisposti dall’uomo per facilitarne l’accesso ad altri uomini. Solo qualche bollo e rari ometti indicano la giusta via da seguire, permettendo così a pochi ma veri appassionati di questo genere di salite di vivere ancora un’esperienza di autentica montagna. Non vi assicuro che vi sentirete come dei pionieri ma un po’ privilegiati magari sì. Senza considerare poi che, per la sua posizione centrale rispetto alle altre Dolomiti, il Sorapiss è in grado di regalare a chi ne raggiunge la sommità un panorama a 360° veramente completo. Tutto questo lo potrete godere e gustare in silenzio perché molto probabilmente non ci sarà la ressa lassù, a dispetto della fila di persone che, come delle piccole formichine, vedrete salire in fila indiana le ripide lastre del vicino Antelao, che svetta con la sua immensa mole verso sud. Quel giorno vi sentirete dei privilegiati, dei furbi, dei diversi….
Una piccola curiosità storica: proprio sul Sorapiss fu inventata la tecnica di discesa in corda doppia. La guida Checco Lacedelli che accompagnò Grohmann nella prima salita a questa cima (anno 1864) durante la discesa, a causa di un errore di percorso, ebbe l’idea geniale di passare la corda attorno ad uno spuntone e di recuperarla tirandone un capo. Questa mossa consentì alla vecchia guida e al suo illustre cliente di raggiungere il ghiaione che sta alla base delle rocce e continuare così senza difficoltà la discesa per poi arrivare a Cortina dopo ben ventidue ore passate su questa montagna!
Via Normale al Sorapiss 3205 mt in pillole

Il Sorapiss con il tracciato della via normale
Punto di partenza: Rifugio Scotter 1580 mt – San Vito di Cadore (BL)
Breve Descrizione salita: Dal Rifugio Scotter 1580 mt, seguire il sentiero n 226 che, passando per il Rifugio San Marco 1823 mt, porta a Forcella Grande 2055 mt. Da qui salire a sinistra (sentiero n°246) per l’evidente vallone che scende dal Sorapiss fino a raggiungere il Bivacco Slataper 2680 mt. Dal bivacco salire a destra il ghiaione che in pochi minuti porta all’attacco della via normale. Da qui il percorso è segnato con ometti e qualche bollo rosso fino in cima
Discesa: Per la stessa via di salita
Cartografia: Tabacco 03
Dislivello: 1620 mt
Difficoltà: PD+ Salita lunga e faticosa soprattutto per chi la percorre in giornata. Pernottando al Bivacco Slataper 2680 mt è possibile spezzarla in due in modo da affrontare con maggiore freschezza la parte superiore dove è richiesto il maggiore impegno.
Attrezzatura: Corda da 30-40 metri, imbracatura, un paio di cordini e moschettoni, casco.
(Image credit: lamontagna.org)