Come sono nate le Dolomiti

Le Dolomiti chiamate anche Monti Pallidi per il loro aspetto quasi irreale, le loro forme irregolari e le loro rocce dalle mille sfumature, sono il risultato di una lunga storia durata milioni e milioni di anni. Il nome Dolomiti lo si deve al Marchese Déodat Dolomieu che per primo nel 1789 durante una serie di escursioni in Tirolo constatò che alcune rocce di queste montagne all’apparenza calcaree non producevano nessuna reazione (effervescenza) se trattate con acido.

Dolomieu prese allora alcuni campioni di queste rocce e le fece analizzare da un amico chimico il quale stabilì che quella pietra non era composta da un semplice carbonato di calcio bensì da un carbonato doppio di calcio e magnesio.

Ma vediamo un po’ come sono nate le Dolomiti.

La genesi delle Dolomiti

Le rocce della Regione Dolomitica si formarono (processo di litogenesi) nel periodo che intercorre tra il Permiano (Paleozoico) e il Triassico (Mesozoico) tra i 200-265 milioni di anni fa in ambiente prevalentemente marino. Per milioni di anni la Regione Dolomitica fu infatti invasa dal mare e nei fondali si depositarono una gran quantità di fanghi, sabbie, limi nonché conchiglie, coralli e alghe. Questi sedimenti si compattarono sotto il loro stesso peso formando strati di diversi spessori di rocce calcaree. Le impronte e i resti fossili di animali marini presenti ancora oggi nella roccia costituiscono la prova di tutto ciò.

Come sono nate le dolomiti

Le famose Tre Cime di Lavaredo costituite da dolomia principale (MgCa(CO3)2) ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio.

Le originarie rocce calcaree subirono il processo di dolomitizzazione principalmente grazie a due fattori concomitanti fra loro:

  • L’ingresso del mare nella regione dolomitica è stato facilitato da un fenomeno chiamato “subsidenza del suolo” (abbassamento del suolo). E’ questo particolare fenomeno che ha reso possibile l’accumulo di rocce sedimentarie nei fondali marini. Man mano che si depositavano i vari strati si verificava un abbassamento del terreno che lasciava lo spazio per l’accumulo degli strati successivi.
  • Le continue trasgressioni e regressioni del mare hanno arricchito di sali di magnesio disciolti nell’acqua le preesistenti rocce calcaree-carbonatiche. Un mare caldo (50-60 gradi) che arrivava da est e che ha invaso a più riprese la regione dolomitica.

Sono proprio queste condizioni marine che hanno permesso l’attecchimento di scogliere (comunità organogene con abbondante produzione di carbonato di calcio), che si sono poi fratturate ed innalzate milioni di anni dopo durante l’Orogenesi Alpina (dovuta alla collisione tra la placca africana e quella europea iniziata circa 100 milioni di anni fa con sollevamento delle Dolomiti negli ultimi 15-20 milioni di anni).

 

La Marmolada, lo Sciliar, il Sella, il Sassolungo e le Pale di San Martino non sono altro che i resti di antiche scogliere marine…

E’ importante precisare che non tutte queste scogliere hanno subito il processo di dolomitizzazione. Prendiamo ad esempio la regina delle Dolomiti: la Marmolada. Essa non è composta da Dolomia bensì da calcari grigi compatti. La mancata dolomitizzazione della Marmolada è da imputare probabilmente al fatto che essa fu’ ricoperta nel periodo Ladinico (228 milioni di anni fa) da cenere vulcanica proveniente dai vicini Monzoni. Una copertura tale che impedì il processo di scambio di calcio con il magnesio fattore fondamentale per l’attuazione del processo di dolomitizzazione.

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La parete sud della Marmolada con le sue rocce calcaree compatte

Oggi siamo testimoni di un imponente serie di strati rocciosi accumulati in migliaia di anni di un altezza fino a 3000 meri. Strati rocciosi che hanno subito pressioni, fratture, ripiegamenti durante l’Orogenesi Alpina e che poi hanno subito l’erosione dell’acqua e del ghiaccio (ben quattro glaciazioni) negli ultimi 2 milioni di anni (processo di morfogenesi).

Le Dolomiti come le vediamo oggi sono il risultato straordinario di una lunga storia durata milioni e milioni di anni.

Come sono nate le dolomiti

L’arenaria della Val Gardena affiora alle pendici del Sass de Putia

Ma ciò che è davvero straordinario e che distingue la regione dolomitica è la compresenza in un ristretto ambito territoriale di una grande varietà di rocce aventi differente origine ed età: rocce calcaree (es Marmolada), arenarie (es. arenarie della Val Gardena), vulcaniche ( es. Monzoni, Cima d’Asta) e appunto dolomie (es. Tofane, Tre Cime, Cristallo). E’ proprio questa grande varietà di rocce che determina un paesaggio così unico al mondo!

Sembra incredibile che oggi il turista, l’escursionista o l’alpinista possano godere alla loro maniera di tutto questo riempiendosi gli occhi di tanta meraviglia. E pensare che tutto iniziò circa 250 milioni di anni fa. Alla fine dell’era Paleozoica…