Solo ieri sera ho appreso la notizia del grave incidente sugli sci a Schumi avvenuto domenica mattina a Meribel in Francia. Stavo rientrando da una breve vacanza sugli sci in Austria, dove lo sci fuoripista non viene criminalizzato come in Italia, quando, appena superato il confine di Tarvisio, ho sentito la notizia alla radio.
Arrivato a casa ho dato un’occhiata ai titoli dei giornali e a Fb e come al solito ho notato tanta confusione: presunti esperti che sputano sentenze, un sacco di discussioni se l’incidente sugli sci a Schumi potesse essere evitato o meno, sul fatto che Schumacher sciasse in pista o fuori pista. Poi i soliti commenti demenziali del tipo: in quel posto dovevano esserci delle reti, è caduto perché faceva free ride, indagini e denunce, in quel posto dovevano esserci dei divieti… altri addirittura gli hanno dato dell’irresponsabile perché portava a fare quelle cose orribili il figlio quattordicenne…
Poi ho trovato una foto (foto di copertina), la foto del luogo dell’incidente e mi sono reso conto in un attimo che, come spesso succede in occasioni tragiche, tutti i fiumi di parole riversati sui giornali e sui TG su come e perché è successo il fatto lasciano il tempo che trovano. L’incidente sugli sci a Schumi è successo in un ridicolo fazzoletto di neve non battuta di 30 mt che separa due piste vicine. Ridicolo non perché mi sento bravo o perché voglio banalizzare la montagna ma perché l’incidente sugli sci a Schumi è avvenuto in un contesto in cui tante persone che praticano lo sci si trovano ogni giorno, magari senza nemmeno indossare il casco, e non succede proprio niente. Altro che freeride! Si trattava di attraversare un pezzetto di neve non battuta che collega due piste! Insomma, quello che impressiona e dispiace è assistere alla solita disinformazione all’italiana, che non vede l’ora di criminalizzare questo o quello e creare pregiudizi nelle persone. Le notizie purtroppo, soprattutto quando riguardano personaggi famosi, non vengono riportate oggettivamente, ma con l’unico intento di creare audience ed inutili discussioni attorno ad un caso sfortunato.
Premetto che non me ne intendo di formula uno, ma sicuramente il Sig. Schumacher in tutta la sua carriera di campione si sarà preso dei rischi ben maggiori di attraversare un fazzoletto di neve fresca tra due piste. Ha vinto molto Schumacher e alcune volte sarà stato anche fortunato oltre che bravo e preparato. Forse per tutti sarebbe stato più normale saperlo coinvolto in un incidente a bordo della sua monoposto ma il destino non opera sempre razionalmente!
A molti personaggi “estremi” il destino beffardo ha fatto lo sgambetto mentre facevano cose tutto sommato normali. Mi viene in mente Wolfang Gullich, fortissimo arrampicatore tedesco, il primo a salire nel 1986 in free solo l’impressionante tetto aggettante nel vuoto di Separate Reality in Yosemite. Un banale incidente stradale, causato da un colpo di sonno, ha interrotto nel 1992 la sua vita e la sua incredibile carriera sportiva. Forse più di qualcuno si sarebbe aspettato una fine diversa ma non sempre funziona così.
Schumacher in questo caso è stato molto sfortunato ma per niente sprovveduto. Anzi, indossando il casco, ha evitato la morte istantanea. E se ce la farà, come speriamo, sarà solo merito suo e di questa accortezza. Quanti sciatori ogni giorno sciano in pista o in fuori pista senza casco? Ecco di questo mi piacerebbe discutere e non dei soliti divieti, della montagna assassina o del fatto che l’incidente sugli sci a Schumi sia accaduto in pista o fuori pista.
Forza Schumi