Perchè leggere libri di montagna?

Perché leggere libri di montagna? Sara un’appassionata del genere che segue da tempo questo blog ha provato a dare una risposta a questa domanda scrivendo una breve recensione su il Sogno del Lupo, un libro che le è particolarmente piaciuto.

Sara:

Da appassionata di montagna e di lettura più volte, anche dopo una intensa ed appagante giornata per sentieri, mi sono ritrovata a perdermi tra le pagine di un libro che parla ancora di monti…

Perché leggere libri di montagna quando in qualche modo essa fa già parte della tua quotidianità?

Me lo sono chiesta più volte e trovare una risposta soddisfacente non è stato così  semplice e scontato. Al di là delle risposte più immediate, la conclusione più convincente alla quale sono arrivata è che questo genere di lettura consente di approdare oltre il proprio possibile.

Il limite di questo possibile è legato a più fattori: spazia da una questione fisica ad una questione connessa a scelte di vita personali che possono averci portati a perseguire altri percorsi non solo di montagna, ma soprattutto di vita. Capita spesso che attraverso le loro esperienze, i protagonisti di questi testi ci consentono in qualche modo di affacciarci a quegli orizzonti e a quelle emozioni che altrimenti resterebbero a noi sconosciute dandoci così modo di fantasticare. Dove non si giunge personalmente ci si può arrivare attraverso le loro parole…e attraverso la nostra fantasia.

Di libri di montagna ne ho letti davvero tanti ma il Sogno del Lupo di Ario Sciolari è uno di quelli che mi sono rimasti nel cuore.

leggere libri di montagnaQuesto libro raccoglie la testimonianza della grande avventura vissuta dall’autore stesso: la traversata invernale in solitaria delle Alpi Scandinave da sud a nord. Con sé solo un paio di sci da telemark , una piccola slitta da traino e la preziosa compagnia di Chinook e Mohawk, due lupi che adottò quando ancora erano cuccioli.

 

Ario era ben consapevole di ciò cui stava andando incontro; era preparato fisicamente ma soprattutto psicologicamente a questa avventura di solitudine ricercata non come esilio ma come esperienza di vita. Ogni giorno portava in sé l’inatteso. Nulla è mai come ce lo si aspetta, soprattutto se si è soli in mezzo alla natura più selvaggia.

 

Ed è così che anche il lettore si ritrova a seguire la traccia lasciata dalla slitta che scivola sulla neve e a perdere lo sguardo in quella natura che non ha confini. Sembra che per gli occhi e per i sentimenti non vi sia mai riposo perché, nonostante le molteplici difficoltà incontrate, tutto è uno splendore e tutto emoziona: i giorni che presto si dissolvono nel buio e con esso esplode nel cielo l’aurora boreale, i laghi ghiacciati, le immense distese di conifere e poi quelle luci così diverse dalle altre e che per un istante riscaldano il cuore. Sono le luci di un piccolo villaggio…quasi un’oasi in quel deserto di neve.

Per un attimo un contatto con la civiltà ma poi si riparte nel silenzio, nei bagliori e nelle ombre di questa natura che affascina ad ogni passo, in attesa che questa strada che ci si è inventati giunga al suo termine…

Foto di copertina: image credit illibraio.it