Un campeggio per scoprire la mia passione per la montagna

Fortunatamente sin da piccolo ho nutrito vari interessi: ricordo con piacere la fase dei funghi quando, senza grande sforzo, imparai a memoria un intera enciclopedia, oppure più tardi, in 5^ elementare, quando in poco più di un mese riuscii a riempire il giardino e il garage della casa dei miei genitori di gabbie di canarini. Interessi importanti che hanno riempito spensierate giornate della mia gioventù, ma tutto iniziava e finiva nel giro di una manciata di mesi.

La vera passione probabilmente l’avevo già dentro ma aspettava l’occasione per manifestarsi concretamente. E’ successo quando, a 12 anni, partecipai ad un campeggio estivo in montagna a Tramonti di Sopra organizzato da 2 coraggiosi padri di famiglia del mio comune che ogni anno “sacrificavano” le loro ferie per gestire un gruppetto di ragazzini scalmanati.

La vita di campo a me piaceva, sin da subito dormire in tenda con altri ragazzi non mi procurava nessun problema anzi, nonostante la giovane età, percepivo la lontananza dei mie genitori come un’opportunità per fare tutto quello che mi saltava in mente, senza poter essere controllato troppo da vicino… Poi c’erano i fuochi serali, i bagni nelle pozze d’acqua del fiume, i giochi all’aperto, l’aria pulita, il sole e le montagne.

Campeggio

Le montagne circondavano il campo e spesso, anche durante una partita a pallone o al mattino appena uscito dalla mia tendina, catturavano il mio sguardo e così mi ritrovavo ad immaginare quali altre montagne nascondessero quelle che chiudevano quasi a ferro di cavallo il mio orizzonte.

A Corrado, uno dei due promotori volontari, piaceva organizzare qualche escursione nelle zone limitrofe al campeggio, ed è inutile dire che il più entusiasta partecipante del gruppo ero proprio io; altri ragazzi preferivano rimanere al campo a giocare o a oziare, io invece non vedevo l’ora di salire una piccola cima, una forcella o di percorrere un sentiero nel bosco.

Durante queste uscite, a stretto contatto con la natura, sentivo un’inspiegabile attrazione verso questo nuovo mondo. Ricordo con piacere la sensazione di libertà e la sana stanchezza che mi pervadeva di fronte al grande fuoco che ogni sera accendevamo. Bastava tutto ciò a farmi sopportare senza nessuno sforzo fatiche, caldo, sete, vesciche ai piedi e altri piccoli disagi dovuti a quel tipo di vita non proprio comoda.

Ero piccolo eppure sentivo, dentro di me, che quel modo di vivere mi si confaceva tanto che al termine di ogni campeggio attendevo con ansia il successivo e a scuola, nei lunghi mesi invernali, a volte mi estraniavo da qualche lezione troppo noiosa sognando ad occhi aperti sentieri, forcelle e montagne….

Da quella volta ho salito molte cime, percorso ripide pareti, sciato su ogni tipo di neve ma ogni tanto la mia mente ritorna con nostalgia ai giorni di quel primo campeggio quando ogni mattina appena sveglio aprendo la zip della mia tendina ero felice di vedere le montagne e soprattutto di sapere che le avrei potute vedere per tutto il giorno ogniqualvolta lo avessi voluto.

PS: Seguitemi che a breve avrete modo di leggere una simpatica intervista fatta a Corrado che racconterà qualche curioso aneddoto sul campeggio di quegli anni.