Lussazione di spalla in arrampicata

L’arrampicata è, ad oggi, uno sport in continua crescita. Sono molti gli atleti ma non solo che ogni giorno si impegnano e si allenano per raggiungere alti livelli di performance. La continua lotta per stringere l’appiglio più piccolo comporta però un aumento delle sollecitazioni a carico di ossa, articolazioni e tessuti molli. Le problematiche maggiori si localizzano a livello della mano, del gomito e della spalla. In questo articolo ci occuperemo in particolare dell’articolazione della spalla. Il rischio di lussazione di spalla in arrampicata è tutt’altro che remoto!

L’articolazione della spalla è l’articolazione più mobile del corpo e permette al braccio di muoversi in molte direzioni. Questa capacità di muoversi rende il giunto intrinsecamente instabile. La testa dell´omero è accostata alla cavità glenoidea esclusivamente per azione della muscolatura circostante; questo consente all’articolazione un´ottima escursione su tutti i piani, ma espone la stessa a frequenti possibilità di lussazioni.

In arrampicata in particolare l´articolazione scapolo-omerale è sottoposta ad una notevole sollecitazione e le tensioni si sviluppano in moltissime direzioni; questo obbliga a potenziare la muscolatura circostante in maniera uniforme in modo da poter sviluppare delle contrazioni bilanciate che permettano di mantenere l´articolazione il più stabile possibile.

Consiglio: E’ molto importante riscaldare la suddetta muscolatura muovendo le braccia in tutte le direzioni per almeno cinque minuti prima di iniziare ogni seduta di arrampicata.

lussazione di spalla

Anatomia della spalla : cenni

L’anatomia della spalla è particolarmente complessa ed è costituita da diverse strutture fra cui ossa, legamenti, muscoli e tendini. L’articolazione della spalla è in realtà un insieme di articolazioni che dal punto di vista funzionale e biomeccanico lavorano in sinergia, le articolazioni principali sono:

  • L’ articolazione gleno-omerale, costituita dall’estremità sferoidale della testa omerale che ruota su una superficie della scapola, detta glena consentendo al braccio di compiere una rotazione vicina ai 360° nello spazio.
  • L’articolazione acromion-claveare, formata dall’estremità della clavicola e da una parte della scapola chiamata acromion; le due ossa si affrontano mantenendo il reciproco rapporto mediante una spessa capsula e robusti legamenti tesi fra di loro.
  • L’articolazione sterno-claveare, si forma tra la fine sternale della clavicola, la cartilagine della prima costa, oltre alle parti superiori e laterali del manubrio sternale. Quest’articolazione è l’unica che unisce l’estremità superiore dello scheletro assiale con l’arto superiore tramite la clavicola.

Queste articolazioni, racchiuse da capsule fibrose, sono stabilizzate da un apparato legamentoso e muscolare assai complesso che garantisce alla spalla un ampio raggio di movimento nello spazio ed una potente e sicura leva articolare. Il complesso muscolare, che consente la rotazione del braccio e la sua elevazione, è indicata come cuffia dei rotatori, cui è sinergico il muscolo deltoide.

Lussazione di spalla

Si definisce instabilità il sintomo che il paziente avverte quando la spalla non rimane nella sua normale posizione. L’instabilità articolare della spalla può essere causata da lassità, cioè da una situazione di incapacità a mantenere la spalla in sede per alterazione dello sviluppo osseo, dei tessuti periarticolari, o di ambedue questi elementi. Spesso la spalla si lussa per eventi traumatici o microtraumatici.

 

La spalla instabile può andare incontro a:

  •  lussazione: fuoriuscita completa della testa omerale dal suo alloggiamento normale, glenoide della scapola. Quando le lussazioni avvengono ripetutamente, anche a distanza di molto tempo, si parla di lussazione recidivante.
  • sublussazione parziale fuoriuscita della testa omerale
  • dolore in particolari posizioni o movimenti dovuti a spostamenti anormali della testa omerale come in ripetuti gesti sportivi o lavorativi.

lussazione di spallaNell’arrampicata sportiva i  lanci, detti anche impropriamente “movimenti dinamici”, sono tutti quei movimenti sia su pannello, che su muro, che su parete eseguiti ad alta velocità. Tali movimenti dal punto di vista tecnico richiedono ed allenano grandi capacità coordinative e dal punto di vista fisico allenano in maniera molto efficace la forza. Il rischio nell’eseguire questi gesti sta nella non perfetta esecuzione degli stessi.

E’ importante terminare il lancio prendendo l’appiglio sempre con il braccio o le braccia, nel caso dei lanci a due mani, un poco piegato ed attutire il contraccolpo senza andare a fine corsa con l’articolazione del gomito.

In questo modo si ferma l’inevitabile discesa del corpo in maniera meccanica diminuendo il rischio di una lussazione articolare.

Lussazioni di spalla: riabilitazione e trattamenti

La lussazione della spalla necessità di un intervento di riduzione (riposizionamento) tempestivo. Tale manovra dev’essere eseguita esclusivamente da un medico (e ci tengo a sottolineare questo elemento, in quanto talvolta vengono eseguite manovre che possono danneggiare anche irreparabilmente sia le strutture anatomiche sia le strutture nervose), solitamente dopo un esame radiografico di accertamento. Spesso tale intervento viene svolto in anestesia locale per limitare il dolore. Dopo aver riposizionato l’omero nella sua posizione fisiologica ed aver eseguito una seconda radiografia, il braccio viene immobilizzato tramite un tutore che lo manterrà aderente al corpo.

Il recupero in seguito ad una lussazione può essere diviso in più fasi:

Fase 1, guarigione anatomica e risoluzione del dolore: in questa prima fase l’arto sarà immobilizzato con un tutore, è consigliabile eseguire esercizi per il rinforzo e la mobilità di mano e dita, all’occorrenza si possono effettuare terapie a scopo antalgico e antinfiammatorio (tecarterapia, laser, ipertermia ecc.)

Fase 2, recupero dell’articolarità:in questa fase generalmente si assiste ad una limitazione funzionale legata all’immobilizzazione col tutore che è stato applicato nella prima fase

Fase 3 Recupero funzionale e stabilità: In questa fase, si inizia e si cementifica il rinforzo muscolare volto al recupero del movimento e sopratutto alla stabilizzazione dell’articolazione mediante il miglioramento del trofismo del muscolo.

La lussazione di spalla, è un evento che va gestito in maniera appropriata, senza cercare di accorciare le tempistiche e sopratutto cercando di rispettare i fattori come dolore e recupero muscolare per evitare le recidive e dolori.

Va ricordato infine che proprio le recidive sono un grande problema, e 1 spalla su 3 che subisce un infortunio come questo, è vittima di una o più ricadute. Le ricadute, vanno considerate, come un indice di affidabilità, e devono essere prese in considerazione per far comprendere meglio al medico ortopedico e al fisioterapista, come comportarsi e sopratutto di valutare l’intervento chirurgico per stabilizzare nuovamente l’articolazione e prevenire fenomeni artrosici a lunga distanza.

Testo di David Di Segni

Mdm Fisioterapia Roma

06/68808629