Hai mai dormito una notte in un bivacco di montagna? Mi riferisco ad un bivacco fisso ovvero ad una struttura incustodita sempre aperta usata dagli alpinisti e dagli escursionisti come base d’appoggio per itinerari (arrampicata o trekking) lunghi e impegnativi o quale ricovero di fortuna in caso di maltempo. Quasi sempre queste strutture sono posizionate in luoghi isolati e accessibili solo a prezzo di lunghe camminate.
Fisicamente il bivacco fisso è un prefabbricato la cui struttura esterna può essere in legno o lamiera (nelle Alpi Orientali assai diffusi sono quelli a botte del tipo Fondazione Berti). In base alle dimensioni queste strutture possono ospitare da un minimo di 6 ad un massimo di 10 persone. Al suo interno vi si trovano brandine con coperte, qualche sgabello e tavolaccio. Nei bivacchi più grandi (casere ristrutturate o baite) è talvolta presente stufa o camino.
L’uso del bivacco è lasciato al buon senso dei visitatori: lasciare ordine, pulito, portare a casa eventuali rifiuti o generi alimentari già scaduti (scatolette, bustine di cibo preparato ecc..) sostituendoli con altri non ancora scaduti sono le principali tacite regole per i fruitori di queste strutture. Se poi il bivacco dispone di stufa o camino è buona abitudine fare legna per rimpiazzare quella consumata.
Se vuoi provare l’esperienza di dormire una notte in bivacco armati di spirito di adattamento, è importante! Qui non si parla di rifugio gestito ma di un ricovero di fortuna aperto a tutti. Ti potrà capitare di condividere lo spazio (spesso esiguo) con altre persone. Quindi non sentirti il padrone del bivacco solo perché ti è capitato di occuparlo per primo… Ovviamente la possibilità di passare delle“notti stipati come delle sardine” sarà maggiore nei fine settimana estivi di bel tempo e nei bivacchi più frequentati.
Come prepararsi per affrontare una notte in bivacco
- La prima cosa da fare è informarsi preventivamente se nelle vicinanze del bivacco vi è una fonte d’acqua potabile (sorgente, ruscello ecc..). Questa informazione è basilare per non crepare di sete. Nel caso di totale assenza di fonti idriche nelle vicinanze del bivacco prevedere almeno un paio di litri a testa come riserva.
- Portare sacco a pelo o solo sacco lenzuolo (se si è sicuri di trovare coperte e si è nella bella stagione)
- Eventualmente pentolino e fornelletto per bere e mangiare qualcosa di caldo ( tè e minestre liofilizzate ecc..)
- Pila frontale e un paio di candele per illuminare il bivacco quando cala la sera.
- Portare nello zaino un ricambio di vestiario asciutto (magari chiuso dentro ad un sacchetto di plastica). Non c’è di peggio di passare una notte con addosso indumenti umidi o addirittura bagnati.
Mi preme sottolineare che quasi tutti i rifugi CAI dispongono di un locale invernale adibito a bivacco che rimane aperto solo durante la stagione fredda nel periodo di chiusura del rifugio. La stanza invernale o Winterraum in tedesco è messa a disposizione per eventuali emergenze e va usufruita con il massimo rispetto e senso civico.
Se sei sufficientemente allenato e vuoi provare l’emozione di dormire al Bedin, il più bel bivacco delle Dolomiti, sappi che durante tutto il mese di luglio 2016 offro servizio di accompagnamento infrasettimanale come guida . Godere di un alba o un tramonto da lassù è qualcosa di unico che non ha prezzo! Ecco i dettagli nella locandina.
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Foto di copertina: Bivacco Marchi e Granzotto nelle Dolomiti Friulane.